Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. I, 1911 – BEIC 1872860.djvu/140

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la qual non contiene altro che pitture, ed è dedicato a questa Altezza serenissima. Ho raccolto un numero di disegni bellissimi de’ primi maestri del mondo e desidero qualche cosetta del signor Ercole Abati, di cui mi aveva promesso il signor Giuseppe Fontanella non so che. Or ch’egli è in Roma, ricorro a V. S. illustrissima perché me ne procuri qualche capriccio. Ho scritto al suddetto una lettera, ma perché dubito che non si perda, sará parte della sua cortesia intendere se gli sia pervenuta o no, ed in caso che non l’abbia ricevuta, riscoterla dalla posta e parlargli anche a bocca intorno a questo particolare. Se vorrá farlo, potrá V. S. illustrissima farselo consegnare e, ravvoltolo in un cannoncino di latta accioché non si guasti, raccomandarlo alla posta e mandarmelo. Caro caro signor conte Guido, mi scusi e perdoni l’ardimento per queste brighe che le do. E se vedrá il signor Lucilio Gentiioni, gli ricordi da parte mia che son cinque o sei anni che mi è debitore di un paesino di sua mano; onde se vorrá corrispondere alla gentilezza del suo cognome e ch’io onori del suo nome le carte mie, conviene che ne osservi la promessa.

All’ illustrissimo signor conte Ercole ed al signor conte Paolo fo mille riverenze, ed a V. S. illustrissima bacio caramente le mani.

Torino, a di 28 d’ottobre 1613.

LXXXIV

Al conte Fortumi ano San Vitali

Loda componimenti del San Vitali e dello Stigliani, e desidera un dipinto dello Schidoni.

Del Presagio mandatomi da V. S. io non so fare altro presagio se non che vivrá immortale. È bello, bellissimo. Non distinguo i particolari, perché me gli riserbo da esprimer a bocca nel passaggio ch’io farò di costá fra pochissimi giorni alla volta di Roma, dove l’ illustrissimo signor cardinale Aldobrandino mi chiama instantemente con consenso di Sua Santitá, il quale si