Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. I, 1911 – BEIC 1872860.djvu/148

Da Wikisource.

xeni

Ah signor Guid’ Ubaldo Benamati

Discorre della lettera precedente, manifestandogli i suoi sospetti

sullo Stigliani.

Tomaso Stigliani mi scrisse una lettera assai cortese, dove mi priega a mandargli una copia di mia mano di quel sonetto da me composto per lui. Io, per quel che da V. S. mi fu scritto, sono entrato in tal sospetto ch’egli non sia colui che va sparlando del fatto mio con si poca modestia, che non solo non l’ ho voluto consolare di questo, ma con una destra digressionetta gli ho motteggiato d’ingratitudine, dicendogli che corrisponde malamente alla mia affezione, s’è pur vero che dalla sua lingua procedano si fatte mormorazioni. E vero che non gli ho specificato nulla del particolare, ma mi son doluto di lui in genere, accennando che per relazione di molti amici me n’era stata fatta fede. Se per avventura tentará d’esplorar da V. S. qualche cosa, di grazia non si lasci uscir di bocca nulla di quanto io le scrissi e dica di non avermi mai scritto cosa appartenente a lui. Insomma infino a tanto ch’io non mi chiarisca di questa veritá, me ne starò con questa credenza che quelle baie non possono essere uscite altronde, e questa mia dubitazione non è senza qualche fondamento di congettura possibile. Basta: io ho voluto avisarne V. S. accioché, essendone informata, sappia ben dissimulare. La replica del sonetto è bellissima ed io la ringrazio molto dell’onore che mi fa. Veramente io la compiacerei d’un’altra risposta; se non ch’io mi ritrovo al presente poca vena. Ma io le dirò il vero: questo modo di replicar tante volte a me non piace né si ritrova, ch’io mi ricordi, in alcun buon poeta antico. E se la cosa avesse da andare a questa foggia, procederebbe in infinito e sarebbe una seccagine. Non mi mancheranno mille occasioni ne’ miei scritti dove io possa manifestare al mondo che l’amo e la stimo, e prometto di farlo in modo eh ’Ella ne rimarrá sodisfatta; ma per ora le