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Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. I, 1911 – BEIC 1872860.djvu/150

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Però sará bene che anche V. S. dal canto suo usi qualche diligenza, scrivendogli con avertirlo clic il mio piego fu da me indrizzato in mano del signor Francesco Maria Gualterotti, il quale mi scrive salutandomi da sua parte.

Se si può cavare il dissegno di mano del signor Schidoni, mi fará favore singolare. E V. S. gli dica in mio -nome che se lo manderá, io gli mandarò un sonetto sopra le sue nozze e Io farò stampare con queste rime che usciranno adesso fuora.

La pastorale, poiché è fatta, sará bene che la stampi, ed io aspetto di goderla a suo tempo. Con che bacio a V. S. mille volte le mani.

Di Torino [1613 o iói4j.

XCVI

Al medesimo

Invierá allo Schidoni un sonetto epitalamico, quando avrá ricevuto il disegno promesso.

Dal signor Villifranchi non ho ancora risposta, e la cagione perché egli è andato per alquanti giorni fuori di Firenze, si me mi viene scritto di lá. Se mi verrá la mandarò, ma intanto .«rá benissimo a scrivergli. Circa il sonetto nuziale, quando sará venuto il disegno ci parlaremo, perché, a dirla schietta, io non gli credo piú nulla per tante volte che ha mancato alle sue promesse. Rendo bene infinite grazie a V. S. dell’ufficio e della sollecitudine, e la priego, se pur per gran ventura il signor Schidone si risolvesse di compiacermi, a voler mandare il foglio ben condizionato fra due tavolette e indrizzarlo a Milano all’ illustrissimo signor conte Luigi Marliani, accompagnandolo con due righe, perché avrá cura ben quel signor d’ inviarmelo subito per via sicura. E raccomandandomi in buona grazia di V. S., le bacio le mani.

Di Torino (1613 o 1614].