Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. I, 1911 – BEIC 1872860.djvu/152

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piú lettere del Villifranchi né del Gualterotti, ma scriverò dimani a Firenze e vedrò di cavar qualche costrutto della risposta. Mi piace che V. S. si esserciti in fatiche nobili, qual debbo crederi’ che sia per riuscire quella che al presente dice aver per le mani ; e hi ringrazio sommamente dell’onor che disegna di voler fare al mio nome. In Yinegia tuttavia si stampano l’opere mie e n’aspetto parte di giorno in giorno. Intanto qui in ’Torino fo stampare certi miei Discorsi sacri, i quali ardisco di dire (e scusimi la modestia) che faranno stupire il mondo. Parrá cosa stravagante ed inaspettata, massime a chi non sa gli studi par ticolari ch’io fin da’ primi anni ho fatti sopra la Sacra Scrittura. Ma è opera da me particolarmente stimata ed in cui io ho durata fatica lunghissima. Spero che piaceranno si per la novitá e bizzaria della invenzione, poiché ciascun discorso contiene una metaffora sola, si per la vivezza dello stile e per la maniera del concettare spiritoso. L’illustrissimo signor cardinale d’Este, nel passaggio che ha fatto di qua, in due sere ne ha sentiti due con l’udienza di molti signori principali, ed infine ha conchiuso che questo libro ha da far disperare tutti i predicatori ; i quali so che si sforzeranno d’ imitar questo modo, ma gli assicuro che non sará tanto facile agl’ingegni mediocri. Gli stampo qui in Torino e non altrove, per assistere alla correzione. Impressi che saranno, ne mandarò subito una copia a V. S., a cui bacio affettuosamente le mani.

Di Torino Ì1613 o 1614).

Xt IX

All’illustrissimo f: reverendissimo signor Cardinal Doria

ARCIVESCOVO DI PALERMO Dedica della terza parte delle Rime (Venezia, Ciotti, 1614).

Che il prencipe, illustrissimo signore, sia un vivo ritratto del sole e che quasi quell’ istesso ministerio adempia l’uno in terra col suo dominio che l’altro essercita in cielo col suo movimento, è stata antica sentenza di dottissimi e gravissimi uomini.