Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. I, 1911 – BEIC 1872860.djvu/153

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Percioché si come quello diffonde per tutto ugualmente i raggi del suo splendore con uni versai beneficio de’ viventi, cosí questo communica a tutti le grazie della sua benignitá con commune soddisfazione de’ popoli. E si come quello, sollevando i grossi e fecciosi vapori della terra alla sovrana regione dell’aria, gli converte in vaghe e lucide impressioni; cosí questo, essaltando le fortune degli abietti alla sublimitá degli onori, gli rende riguardevoli al mondo. E si come quello, per rendersi piú temperato e tollerevole, non camina per diritta riga, ma con corso obliquo per lo torto cerchio del cielo; cosí questo non deve indiscretamente dominar con rigore, ma, regolando la violenza delle sue forze, piegarsi il piú delle volte agli atti della clemenza. Ufficio di quello è illustrare con la chiarezza del suo lume le tenebre de’ luoghi oscuri; e carico di questo è illuminare con l’essempio delle operazioni generose la viltá degli animi bassi. Il difetto di quello, quando s’ecclissa, suole essere a’ mortali prodigioso di strane calamitá; e l’errore di questo, quando manca del suo debito, per le conseguenze della imitazione, porta scandalo notabile a’ sudditi. Laonde se il sole fu detto da Platone «colosso di Dio nel tempio dell’universo», il prencipe può dirsi simulacro del sole nel teatro della civiltá.

Ma se prencipe si ritrova il quale per degne condizioni meriti con ragione d’esser paragonato al sole, in V. S. illustrissima (siami lecito di dirlo senza nota d’adulazione e senza offesa di modestia) parmi di raffigurarne una naturale ed espressissima imagine. Talché se i brittanni, come scrive Cornelio Tacito, si vantavano di vedere il sole cadente, noi ci possiamo gloriare di vederlo sorgente, si per la porpora della sua veste, la quale è quasi una aurora orientale delle sue grandezze, si per tanti lumi d’eccellenze e perfezioni che in lei sfavillano e vanno tuttavia in chiarezza di giorno in giorno crescendo.

Non voglio diffondermi, per non eccedere i termini della brevitá, in notare partitamente tutti i paralleli e le proporzioni di questo riscontro. Ma mi restringerò solo alla qualitá della luce, nella quale, per mio giudicio, assai conforme e confacevole riesce si fatta somiglianza.