Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. I, 1911 – BEIC 1872860.djvu/163

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comprender dal suo contrario ch’ è l’avarizia, vizio detestabile ed indegno d’animo nobile, il quale, aggravato da questa non so s’io dir mi debba servitú o piú tosto idolatria, non può alzarsi ad imprese sublimi. Né cosa è tanto santa ch’ella non soglia violare, né tanto ferma che non possa debilitare. Alessandro in questa parte da niuno fu superato; onde soleva dire che colui era ottimo prencipe che gli amici si conservava co’ doni e gli inimici si riconciliava co’ benefici. Imitato mirabilmente, per tacere de’ piú antichi, ne’ tempi vicini al nostro secolo da Leone decimo sommo pontefice e da Alfonso re di quella medesima Cicilia dove al presente domina V . S. illustrissima, i quali di niuna cosa piú si compiacquero che della gloria partorita dalla liberalitá, stimando indegni di grado di prencipe coloro che non sapevano servirsi de’ doni della fortuna dispensandogli a piena mano. E ben è da lei l’essempio di si bella imitazione con ogni studio seguito, poiché, senza diffondere imprudentemente il suo ma con moderato giudicio compartendolo, si dimostra non solo liberale ma larghissimamente magnifica. Non dona per ostentazione d’applauso, si come alcuni fanno che donano alla propria ambizione e non all’altrui necessitá, ma a quelle persone ch’ Ella conosce bisognose occultamente sovviene. Non toglie ad uno per donare ad un altro, né si rende dannosa a questo per esser benefica a quello con trasferire ne’ ricchi le sostanze de’ poveri, ma senza detrimento del terzo e senza biasimo del donatore. Non dona piú di quel che portano le sue facoltá né meno di quel che le suggerisce il suo animo, ma con regola di quelle e con dismisura di questo. Non dona sforzata dalle importunitá delle dimande né ritarda il dono con le lunghe dilazioni, ma di motivo spontaneo, senza esser richiesta e con prestezza, per gratificare doppiamente. Non dona con modi dispettosi e superbi, borbottando e rimproverando quel che dona, ma con fronte lieta e con animo pronto, in guisa che dimostra di farlo volentieri. Non guarda donando alla gratitudine di colui che riceve, ma solamente al merito; e perciò, imitando il gran monarca del cielo, dona talvolta eziandio agl’ingrati. Ed insomma gli effetti della liberalitá sua sono accompagnati e circoscritti da tutti i termini