Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. I, 1911 – BEIC 1872860.djvu/165

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con quel sole sopraceleste, che, per essere come sommo bene di sua natura sommamente communicabile, obliga parimente lei a communicare altrui i beni che le sono partecipati da essa divina bontá. Del che quanti orfani e pupilli, quante vedove ed altre persone povere e miserabili della sua diocesi, da pietosa mano sostenute e con larghe limosine aiutate, hanno fatta e fanno ogni giorno continova esperienza! Tal che quelle fiamme di Tifeo o d’Encelado, che nelle essalazioni d’ Etna eruttate dalle viscere di Mongibello erano giá, secondo i poeti, fiamme di temeritá e d’orgoglio, si può dire che sieno oggimai mercé di lei mutate tutte in fiamme di zelo santo e d’amor divino.

L’undecimo raggio è l’affabilitá, conciosiacosaché prencipi si trovino tanto aspri ed austeri che si rendono quasi intrattabili. Il che avviene o perché sieno naturalmente fieri e superbi, o perché sieno per consuetudine solitari e di difficile entratura; e l’uno e l’altro è difetto perniciosissimo ne’ grandi. Tra’ primi fu il primo Domiziano, il quale, non contento del titolo di «signore». voleva anche essere chiamato «iddio». Tale fu similmente Massimino il giovane, il quale montò in tanta arroganza che si faceva baciare da’ senatori non pur le ginocchia ma i piedi. Tra’ secondi fu Demetrio Poliorcete figliuolo d’Antigono re di Macedonia, che tenne nella sua corte i legati d’ Atene sospesi due anni senza ascoltargli mai, onde alla fine furono costretti a ritornarsene irresoluti. Del medesimo umore fu riputato Dionigi siracusano anche dagli amici suoi piú cari. Onde Platone gli scrisse essortandolo a dismettere quella sua usanza incivile anzi zotica e salvatica. Cosi Nerone era tanto difficile e ritroso che né co’ servitori domestici né co’ propri figliuoli soleva ragionar giamai, ma tutto ciò che comandava aveva in uso di mandare in iscritto. La difficoltá dell’adito non ha luogo in V. S. illustrissima, o almeno non tanto quanto nell ’altre corti; percioché, eccettuate quelle poche ore che le concede la necessitá o la commoditá per riposo della stanchezza e per sollevamento del travaglio dopo la continova vigilanza di tante cure gravi, non è uomo, per meschino che sia, che non possa ottenerne orecchie grate e dirle la sua ragione nelle publiche udienze, dove con incredibile