Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. I, 1911 – BEIC 1872860.djvu/185

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della Galeria, la quale per l’ impedimento di questo Panegirico non ho potuto finire di copiare.

Non occorre ch’Ella s’incommodi di mandarmi quantitá delle mie Rime , perché non mi bisognano e queste due copie mi bastano. Quando sarò costi, piacendo a Dio, me ne dará poi tanti libri piú necessari in cambio di quelle.

Saluto con tutto il cuore il mio signor Menini e mi rallegro sommamente de’ suoi onorati progressi. Del padre abbate Grillo non dico altro, ma ambisco ch’egli sappia che non ha piú divoto servitore di me e piú osservante del suo valore. Vorrei ch’Ella gli donasse un volume delle mie Dicerie e gli dicesse che se mi manderá il suo ritratto, io lo porrò nel mio museo e gli stamperò un sonetto nella Galeria. Basterebbe solo la testa, e se V. S. ne potesse avere un’altra del cavai ier Guarini che fusse naturale, mi sarebbe carissima.

Se il signor Palma mi vuol favorir di qualche cosa, può consegnarla al corrier di Lione e indrizzarla qua con la sopracoverta «All’illustrissimo e molto reverendo signor don Lorenzo Scoto, capellano del serenissimo signor Cardinal di Savoia». Questa notte ho fatto l’incluso sonetto in morte di suo figlio. Non 1’ ho riveduto, e lo mando perché ne prenda il buono animo, assicurandolo che nella Galeria in piú luoghi si accorgerá quanta stima fo del suo valore.

Alli signori Sigonio, Magagnati e Petracci bacio le mani, ed a V. S. mi raccomando in buona grazia, pregandola a scrivermi tuttavia.

Di Torino [1614 o 1615].

CXVI

Al. SIGNOR CAVALIER STIGLIANI A PARMA

Si congratula delia prossima pubblicazione di alcuni saggi del Mondo nuovo e discorre dell’ Adone.

La lettera di V. S. mi è giunta cosí tardi che se l’avesse portata un granchio sarebbe venuta con maggior prestezza. Fra