Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. I, 1911 – BEIC 1872860.djvu/194

Da Wikisource.

non fusse stato interrotto il commercio dello scrivere per questi frangenti del Monferrato.

Mi basterá solo assicurarla che non ha persona in questa vita che desideri in suo servigio spargere il sangue con maggior fervore di me. Ho sentite infino al vivo dell’anima le turbulenze di V. A.; e ch’io mi abbia irritato l’odio di molti per dimostrarmi troppo parziale suo servitore, e per non essermi voluto impacciare in alcune scritture publiehe pregiudiciali alle sue ragioni, voglio che le sia referto per altra bocca, non essendo cose da commettersi alla carta. Ora l’armi scacciano le muse, e con l’occasione di questi romori ho colto il tempo d’effettuare un antico mio desiderio, cioè di veder la corte di Francia. Sono in Lione, e me ne vo a Parigi, dove penso di fermarmi tutta questa estate e presentare alla reina un Panegirico \ di cui mando a V. A. qui inclusa una copia. Ho ambizione di farmi quivi conoscere suo servitore, del qual titolo oltremodo mi glorio; e perciò ardisco di supplicarla di qualche lettera di favorevole introduzione, se non a S. M., almeno a madama la maresciala d’Ancra, non perch’io abbia pretensione alcuna, ma perché non mi manchi protezione in qualsivoglia accidente d’opportunitá che mi potesse occorrere. Se V. A. vorrá farmi la grazia, potrá comandare che mi sivno indirizzate le lettere a monsignor illustrissimo Ubaldini, nunzio apostolico presso S. M. So che presumo troppo dalla sua benignitá, ma l’antica ed affettuosa confidenza mi scusa. E senza piú a V. A. auguro dal cielo il colmo d’ogni grandezza e prosperitá.

Di Lione, adi 15 di maggio 1615.

CXXI

Al signor don Lorenzo Scoto protonotario apostolico.

Invia 11 tempio .


Sono tuttavia in Lione e dimane, piacendo a Dio, monterò a cavallo alla volta di Parigi. Mando a V’. S. il Panegirico qui stampato e ne mando due copie, l’una per lei e l’altra desidero