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GIAMBATTISTA MARINO

L’acqua si vende e gli speziali tengono bottega di castagne, di cappari, di formaggio e di caviaro. Di frutti, questo si ce n’è piú dovizia che di creanza in tinello. Chi volesse parlar di uve, di fichi o poponi, averebbe mille torti. Il teschio dell’asino nell’assedio di Gierusalemme fu venduto a miglior mercato che qui non costa un limone o una melangola. Si fa gran guasto di vino e per tutti i cantoni ad ogni momento si vede trafficar la bottiglia. La nobiltá è splendida, ma hi plebe è tinta in berettino. Bisogna sopra tutto guardarsi dalla furia de’ signori lacchè, creature anch’esse stravagantissime e insolenti di sette cotte. Io ho opinione che costoro siano una spezie di gente differente dagli altri uomini: verbigrazia, come i satiri e i latini. Hanno una republiea a parte e l’auttoritá loro non cede punto a quella de’ lor padroni. In segno della lor monarchia portano tutti lo scettro in mano. Vanno in volta per la cittá a guisa di tanti Creoli clavigeri con certi bastonacci di libra: né crediate che passeggino i cavalli d’ambio. Urtano da per entro il fango con discrezione salvatica, smaltando di zacchere le veste de’ gentiluomini, echi l’ha per male scingasi. Ma la prattica di costoro è pericolosa non tanto a’ panni quanto alle borse, alle quali si vuole avere diligente cura, percioché hanno le vigne lunghe, unciute piú che i girifalchi. Dove lascio la seccagine de’ pitocchi 3 Oh che zanzare fastidiose ! e a discacciarle vi vuol altro che la rosta o l’acqua bollita. E vi è tanti di questi furfantoni, e accattano per le chiese e per le strade con tanta importunitá che sono insopportabili. De’ carrettoni non parlo, che, martirizando del continuo le povere bestie, vanno di su e di giú con un fracasso che par che vada il mondo a sacco. E i carrettieri hanno un certo lor linguaggio cavallino con alcune interiezioni si fatte che, quando gridano, i cavalli gl’ intendono. Tutto questo è nulla rispetto alle stravaganze del clima che, conformandosi all’umore degli abitanti, non ha giamai fermezza né stabilitá. Le quattro stagioni quattro volte al giorno scambiano vicende, e perciò fa di mestieri che ciascuno sia fornito di quattro mantelli per potergli mutare a ciascun’ora: un da pioggia, un da grandine, un da vento e un da sole. Ma l’importanza sta che qui il sole va