Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. I, 1911 – BEIC 1872860.djvu/211

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che non sará veduto da persona: se l’avrá, potrá inviarlo al signor Claretti. Se V. S. scriverá a Modena preghi quel suo amico che vada a ritrovare il signor Lucilio Gentiioni, uomo noto in corte, ricordandogli il mio disegno; ed avutolo, potrá farselo mandar in sua mano.

Qui me ne sto come un papa ed ho tanti quatrini che non so quel che farne. La reina è partita e mi ha lasciato in mia elezione se voglio seguirla o restare. Non so quel che farò, ma il mio pensiero è di restarmene qui ed attendere questi tre mesi a studiare e ridurre a qualche perfezione V Adone con un epitalamio sopra queste nozze. E le bacio umilmente le mani.

Di Parigi [1615 o 16x6].

P. S. — Sono stato pregato da una dama a farle venire da Italia un certo libretto intitolato La Mergellina di Giulio Cesare Capaccio, che è una specie di piscatoria di prose e di rime. S’io scrivo a Vinegia, la cosa va in lungo. Credo d’averlo veduto costi nella libraria di quei giovani Cavaleris nel mazzo delle pastorali. V. S. mi favorisca d’usar diligenza.

CXXVIII

Al medesimo

Riconosce un errore nel Panegírico e desidera disegni dal Cavalca.


Io credo che tutti gli oracoli sieno per me ammutiti. Che cosa è questa? Io non so se voi siate morto o vivo: so bene ch’io sono morto nella vostra memoria. Cosi non farei io nelle cose vostre. Vi so dire che voi fate passare le gocciole del vostro inchiostro per lambicco. Vi ho scritto un miglion di volte, né mai vi siete degnato di darmi risposta. Ora commetto quest’altra alla ventura, per non dir al diavolo che la porti; e se non mi si risponde, voglio che sia l’ ulti ma. S’io non avessi confidanza in voi, non vi averei dati gl’imbarazzi che vi diedi. Ho trovato nella lettera dedicatoria del Panegirico l’errore che mi avete avertito; e riscontrandola con il mio originale, ho trovato ch’ è