Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. I, 1911 – BEIC 1872860.djvu/216

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le dine e i fiori di tutte l’altre facoltá con la moralitá delle sue allegorie, purga gl’intelletti rozi, solleva i vili ed ammaestra gl’indocili; perciò non dovrá, s’io non m’inganno, parere a V. E. strano e fuor di proposito che la mia musa sua tributaria venga a pagarle il diritto che le deve non con altro clic con poemi tra queste turbulenze di Marte.

Quanto finalmente all’ultimo punto, eli’ è il personaggio a cui si dona, concorrono in esso tante condizioni singolari che quanto piú le considero, piú son costretto a vergognarmi del proprio ardimento. E certo qualunque persona disinteressata vorrá con occhio sincero, con giudicio sano e senza passione di parzialitá minutamente essaminare quanto in lei ha di riguardevole, non potrá non solo non chiaramente confessare ma non sommamente commendare il suo mirabil valore.

Tutte le perfezioni che si possono disiderare o considerare in un uomo si riducono a tre capi principali, cioè a doti di fortuna, d’arte e di natura. Delle doti della fortuna di V. E. non prendo per ora a far discorso, percioché le sue grandezze son troppo note, né tanta è la forza che ha il cielo in questi corpi inferiori, sopra i quali con la virtú delle sue influenze piove la varietá degli accidenti ch’alia giornata avvengono, che piú non possa molto il suo senno; dal cui buon consiglio regolate, le sue volontarie e libere operazioni sono atte a vincer le stelle e talvolta di maligne renderle favorevoli.

Non voglio però tacere un privilegio segnalato, in cui manifestamente appare la particolar protezione che di V. E. tien la fortuna, la quale, come ministra quaggiú della divina previdenza, par che abbia voluto in questo dimostrare al mondo quanto Ella per le sue ottime qualitá sia amata da Dio. Per compire adunque il cumulo e colmare in sommo la pienezza dcll’altre sue prosperitá, altra cosa, per mio aviso, non mancava che l’aver per consorte madama eccellentissima la maresciala, donna d’alto intelletto, d’animo grande e di spirito piú che virile, la qual, se per diversi rispeiti confessa di dover molto alla Francia, non può allo ’ncontro negar la Francia di dovere ancor molto a lei, e tanto quanto merita una riparatrice de’ suoi danni per essersi