Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. I, 1911 – BEIC 1872860.djvu/218

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Non parlo della religione, fondamento e radice di tutte l’altre virtú, in prova della quale altro argomento non voglio addurre che quella incontaminata ed inviolabile lealtá con cui ha Ella sempre seguita la Maestá cristianissima senza giamai abbandonarla in qualsivoglia fortuna: percioché, nel vero, chi nega la fede a Dio come la può mantenere al suo re? K se bene moltissimi essempi e testimoni si potrebbono arrecare di questa fedeltá, uno però tra gli altri certo memorabile non è da passare sotto silenzio; ed è eh ’essendosi sparsa voce che la conferenza di Lodun non si poteva terminare in buono accordo se la cittadella d’Amiens non si spianava o non cambiava mano, V. E. per chiarirsi del vero si trasferí a Parigi e, trovato esser cosi, offerse al re senza alcun riguardo di proprio interesse, per mezo d’una sua lettera giá stampata, d’abbatterla Ella stessa o di rimetterla in mano di chiunque fusse piacciuto a Sua Maestá.

Taccio la prudenza, della quale qualunque prencipe ben dotato deve essere stimato degno di sommo impero, percioché si ritrova in pochi ed è mera grazia celeste e dono di Dio, da cui discende nelle menti umane quel lume che lo scorge alla vera conoscenza delle cose migliori. Ed in quest’ultra parte che dirò io di V. E., se non che si scorge in lei una naturai vivacitá di spirito, che la tiene del continovo svegliata in mirar le circostanze de’ negozi, in specolare la natura delle cose ed in osservare le differenze delle persone? Il che la suol far pronta ne’ consigli, accorta ne’ partiti, risoluta nelle deliberazioni, sollecita nelle spedizioni e giudiciosa in tutti i suoi affari. La quale accortezza o vigilanza non è separata dalla destrezza, con cui sa felicemente trattar le faconde, temporeggiar con gl’inconvenienti, e non solo conoscere l’ insidie e i pericoli ma anche a tempo e luogo schifargli, quanto cauta a scegliere il meglio tanto veloce a prevalersene.

Ben ha V. E. dato piú volte a divedere la chiarezza del suo intendimento e quanto, in questo capo dell’esser prudente, il suo giudicio sia irrefragabile in molti Consigli di Stato, dove, chiamata talora alla discussione delle cose piú ardue, senza lasciarsi aggirare dalle artificiose ragioni degl’interessati, ha pronunciato