Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. I, 1911 – BEIC 1872860.djvu/221

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La volubiltá ed incostanza ne’ signori è similmente macchia ed imperfezione notabile, percioché è chiaro indizio d’animo vano e leggiero, che come cera prende facilmente qualsivoglia stampa ed a guisa di canna si piega ad ogni picciolo venticello; onde nascono danni infiniti nelle persone che di loro si fidano, ed il favore di questi tali è forte pericoloso, perché suole il piú delle volte precipitar coloro che gli servono ad estreme rovine. Non è giá di si poca levatura V. E., anzi, gli uomini che di si fatta natura sono abborrisce oltre modo. E si come il ferro pili difficilmente che il legno non fa riceve in sé l’impressione del fuoco, ma ricevuta poi piú lungamente la ritiene; cosí l’animo suo non prima prende alcuna persona a favorire che la conosca degna del suo favore, ma poiché giá si è disposta di farlo non suol cosí subito variar pensiero, né per continova consuetudine si sazia, né per ogni picciolo errore si pente, né per ogni sinistra relazione si muta, anzi appunto a guisa d’áncora tra le onde e le procelle delle perfidie cortigiane se ne sta sempre immobile e fermo.

Infinite altre cose intorno alle qualitá di V’. E. potrei qui soggiugnere e con diverse essaggerazioni amplificarle; ma per non trappassare con troppo lunghe digressioni di lettera in elogio, e per non irritare la sua modestia assai piú pronta ad operar le cose lodevoli che ad ascoltarne le lodi , sapendo quanto da lei sia piú tosto abominata che gradita l’adulazione, veleno pestifero condito di miele, accioché non mi avvenga forse quel che avvenne ad Aristobolo, il cui libro fu da Alessandro gittato nell’ klaspe per avere scritti in esso i suoi gesti troppo maggiori della credenza, conchiudo che se bene questi ed altri raggi infiniti, che fanno rilucere V. E. quasi un vivo sole della nostra Italia, potrebbono abbagliarmi e dovrebbono distornarmi dal proponimento di questa oblazione che le fo, non voglio pertanto ritirarmene; con certa speranza che, come Serse gustò l’acqua non guardando che la presentava un villano, ed Elia prese il pane senza curare che lo portasse un corvo, cosí Ella vorrá aver riguardo piú alla ricchezza dell’animo dovizioso di divozione ch’alia povertá dello stile ignudo d’ogni perfezione. Tanto