Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. I, 1911 – BEIC 1872860.djvu/226

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la stampa con l’originale, certificandovi che se il presente libro non sará correttissimo, mai piú non avrete covelle da me. Vi troverete dentro alcune postille aggiunte: le chiavi vi dimostreranno in qual luogo hanno da entrare i sonetti o i madriali che sono in que’ pezzetti di carta.

Nel capo de’ ritratti vi è una quantitá di cose burlesche, le quali son sicurissimo che non saranno passate dal padre inquisitore. Perciò io l’ho messe in un quinternetto separato, accioché in ogni caso si possano levar via, poiché con levarle non si viene a guastar punto Peperá; avertendovi che se non si stampano, le dobbiate conservare presso di voi senza darne copia a persona nata. Non vorrei che il detto inquisitore facesse scropolo d’ ammettere alcune poche composizioni che vi sono sopra i ritratti d’alquanti eresiarchi, poiché, come potrá vedere, sono invettive contro di essi; e ve gli ho voluti porre accioché il libro non resti imperfetto senza l’imagini delle persone segnalate eziandio nel male. Di grazia, accusatemi subito la ricevuta della copia, o per via dell’eccellentissimo signor ambasciatore o per altra, con triplicate lettere, accioché io non resti sospeso. E stampata che sará, non vi rincresca per amor mio di prendervi alquanto di fatica e buttarne via venti o venticinque copie, mandandole a diversi miei amici e signori con lettere vostre particolari da mia parte; il che non posso far io per la gran lontananza e perché la maggior parte delle lettere si perdono. E con tal fine vi bacio le mani.

Di Parigi [primi del 1619].

CXXXV

A don Lorenzo Scoto

Notizie della Galeria , degli Idilli, della Polinnia, dell’Adone e della Strage degl’ innocenti.

Non v’ho risposto prima perché non ho potuto, e io sono tanto stracco del soverchio scrivere che non posso piú. Poi voi sapete benissimo ch’io sono stuffo del far sonetti ad instanza di