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CXXXIX

Al medesimo

Intorno allo stesso argomento. Invia due canzonette e un capitolo.


Veramente ora mi accorgo d’essere stato indiscreto, quando scrissi a V. S., in non considerare ch’ElIa alloggia lontano dalla corte. Il fatto è fatto e me ne scuso con esso lei, ringraziandola del travaglio che si ha preso per me.

Desidero molto d’intendere se il Discorso è pervenuto in mano di monsignor di Luines, poiché questo è il mio fine principale. Scrivo, come V. S. mi consiglia, al signor Secchi, il qual so che mi ama e non lascerá occasione d’adoperarsi per me, ed in cosa tanto facile non credo che sia per durare molta fatica.

Mando qui incluse due canzonette, composte giá da me molti anni sono, ma non ancora stampate perché vanno nella Poiinnia. Altro non ho cosí prontamente per le mani che non sia componimento lungo ed io non ho tempo da trascrivere; ma in parte dove le bassezze delle prose popolari non sono intese o gradite, io non so come potranno piacere le dilicature e le gentilezze delle poesie argute.

Vi ho aggiunto un capitolaccio fatto ultimamente neU’occasione d’un prete vecchio innamorato qui d’una signora principale, che fa ridere il mondo. Ho altro in testa che le burle, ma le violenze degli amici alle volte sforzano. Aspetto che V. S. mi risponda e mi comandi.

Di Parigi, a di 2 di agosto 1619.