Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. I, 1911 – BEIC 1872860.djvu/261

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dal latte de’ primi elementi vorrebbono subito esser maestri, e per aver dato fuora un quinternuzzo di sonettini e di madrialetti quasi tutti scroccati dalle mie cose, mi fanno il concorrente addosso. E percioché sono stati loro rimproverati i furti, si sono ingegnati di levargli via ristampando il libretto in altra forma; ma hanno con tutto ciò saltato meno in camicia che in farsetto. Oltre che, nelle lor pistolesse a’ lettori (dove non ha però straccio di grammatica) vanno ombreggiando la mia persona e tra’ denti cinguettando del fatto mio. Mostrano sdegno e rimordimento, si lamentano e arrabbiano che nel proemio fatto dal Claretti nell’ ultima parte della mia Lira si fusse parlato troppo alla libera intorno a certe arpiette dall’ugne uncinute che vanno rapinando i concetti altrui. Quando si riprende un vizio in generale e altri appropria a se stesso solo quel che si può intendere di molti, è segno ch’egli non ha la coscienza ben netta. Aggiungasi di piú che, per discolpar se stessi e difendersi dalle imputazioni apposte loro, si sforzano di discreditar me, rovesciando in me il medesimo fallo. Se confessassero con modestia di riconoscere il bene da chi ’l ricevono, e’ si potrebbe pure farne passaggio; ma il volere abbellirsi del mio, e di piú, nascondendo la fraude, cercare ingratamente d’intaccar la mia riputazione, questo mi fa rompere ogni freno di sofferenza. Perché par loro strano ch’io abbia tanta varietá di cose composta, né sanno comprendere da qual fontana scaturisca una si larga vena, dicono che ho tolte anch’io delle poesie dal latino e dallo spagnuolo. Permettetemi, vi priego, ch’io con una breve digressionetta mi vada alquanto dilatando intorno a questo punto.

L’ incontrarsi con altri scrittori può adivenire in due modi : o per caso o per arte. A caso non solo non è impossibile ma è facile essermi accaduto, e non pur con latini o spagnuoli ma eziandio d’altre lingue, percioché chi scrive molto non può far di non servirsi d’alcuni luoghi topici communi, che possono di leggieri essere stati investigati da altri. Le cose belle son poche e tutti gl’intelletti acuti, quando entrano nella specolazione d’un suggetto, corrono dietro alla traccia del meglio, onde non è maraviglia se talora s’abbattono nel medesimo, né mi par poco in