Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. I, 1911 – BEIC 1872860.djvu/264

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uomini sogliono esser tirati dalla propria inclinazione naturalmente ad imitare, onde l’ imaginative feconde e gl’ intelletti inventivi, ricevendo in sé a guisa di semi i fantasmi d’una lettura gioconda, entrano in cupiditá di partorire il concetto che n’apprendono e vanno subito machinando dal simile altre fantasie, e spesso per aventura piú belle di quelle che son lor suggerite dalle parole altrui, ritraendo sovente da un conciso e semplice motto d’un poeta cose alle quali l’istesso poeta non pensò mai, ancorch’egli ne porga l’oceasione e ne sia il primo promotore. Questa imitazione può essere o negli universali o ne’ particolari. L’universale consiste nella invenzione e nelle cose, la particolare nella sentenza e nelle parole; Luna è propria dell’eroico, l’altra s’appartiene piú al lirico; quella ha piú del poetico e si può meglio dell’altra nascondere, questa è piú sfacciata e manco lodevole. Tralascio infiniti essempi antichi e tocco solamente i due epici eminenti dell’etá piú vicina a noi. L’Ariosto ha, secondo il mio giudicio, assai meglio che il Tasso non ha fatto, imitati i poeti greci e latini e dissimulata l’imitazione. Chi direbbe mai che Astolfo con l’ippogrifo sia imitato da Perseo? lo scudo d’ Atlante dal teschio di Medusa? Isabella uccisa da Rodomonte, da Medea con le sorelle di Giasone? l’Orco con Norandino, da Polifemo con Ulisse? Orrilo dall’Idra? È vero che talvolta non ha saputo nel celare esser tanto accorto che non si sia discoverta la ragia. Onde all’incontro chi non direbbe subito che Olimpia abbandonata da Bireno sia imitata da Arianna abbandonata da Teseo? Angelica esposta al mostro marino, da Andromeda condannata ad esser divorata dalla balena? Rodomonte nell’assedio di Parigi, da Capaneo in Tebe? Cloridano e Medoro da Niso ed Eurialo? Sobrino da Nestore? l’arpie dall’arpie di Virgilio? L’amazoni dall’amazoni di Stazio? Il cerchio della luna dal cerchio della luna di Luciano? Il Tasso all’incontro è stato maggiore e piú manifesto imitatore delle particolaritá, percioché senza velo alcuno trappola ciò che vuole imitare, usando assai forme di dire ed elocuzioni latine, delle quali troppo evidentemente si serve, si come poco piú destro panni che dimostrato si sia nelle universalitá.