Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. I, 1911 – BEIC 1872860.djvu/275

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ch’io per me non me ne curo né pretendo laude di si fatte bagattelle.

La Sampogna credo che a quest’ora l’avrete ricevuta, poiché monsignor di Brussin si ha preso assonto di mandarvela per l’ordinario passato; ed io l’ho avuto caro, perché questo eccellentissimo ambasciatore parea che volesse mandarla costá ad alcun altro libraro, onde dubito che s’io l’avessi data a lui me l’avrebbe tenuta impedita. Se vi risolverete di ristamparla, vi prego ad accommodar questi pochi luoghi notati nell’inclusa lista, i quali io desidero di mutare. E con tal fine vi bacio le mani.

Di Parigi [1620].

CLIV

A don Lorenzo Scoto

Invia alcuni esemplari della Sampogna.


Mandai la risposta al «cartello» fatta la medesima sera che mi giunse la proposta. So che non sará stata cosa al proposito per la gran fretta, ma vorrei però sapere se fu ricevuta e gradita.

Vi mandai anche nel medesimo pachetto incluso il Decamerone promesso, e tutto il pachetto consignai qui al signor Fresia, il quale dice d’ averlo dato subito ad un servitore di madama serenissima di Piemonte, che veniva a cotesta volta.

Ora ho consignati parimente a questo signor ambasciatore di S. A. due volumetti della mia Sampogna, legati in marochino, l’uno turchino per il serenissimo prencipe Tomaso, l’altro rosso per lo serenissimo prencipe cardinale: desidero parimente d’intendere la ricevuta.

Vi mando di piú per via del signor ambasciatór veneto tre altri libri della medesima Sampogna sciolti; l’uno lo riterrete per voi, gli altri due saranno de’ due signori Ludovico Tesauro ed Aglié. L’originale di essa Sampogna non si può avere, perché siamo stati prevenuti dal signor Magnanino, il quale l’ha compro dallo stampatore non so quanto, e non lo vuol rendere.