Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. I, 1911 – BEIC 1872860.djvu/297

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del Fresco né di suo padre. Ai signori Crescenzio e Falconio uno svisceratissimo saluto, ed all’abbate Grillo, signori Achillini ed Aleandro mille e mille baciamani. Iddio feliciti V. S. come desidera.

Di Parigi [1620 o 1621].

CLXX

Al signor Giulio Strozzi

Si duole di non esser da lui nominato in certe Epistole e ne lode un dramma.

Io non so che mi tiene che in cambio d’una lettera affettuosa io non vi scriva una invettiva. Come diavolo? Stampate dell’opere e quelle mi vengono mandate da’ librai, né vi degnate d’accompagnare il dono con una riga sola di vostra mano dopo tanti anni di silenzio? Di piú, nominar nelle vostre epistole infino ai ciabattini di Roma senza ricordarsi del Marino? Oh! potreste dirmi : — Anche tu nel racconto della tua Sampogna tacesti il mio nome. — È vero, ma il mio pensiero non fu quivi di far minuto catalogo di tutti gli amici né di tutti i letterati, ché avrei avuto troppo da fare. Fu solo di far menzione di coloro che nelle publiche stampe hanno dato qualche onorevole testimonio di me, lodandomi o in prosa o in verso. Veggasi però il volume delle mie lettere, il quale è in procinto d’uscire alla luce, se in piú d’una occasione ho parlato di voi diffusamente come si conviene. Bisogna adunque conchiudere, essendovene cosi passato senza nominarmi, o che non mi abbiate per amico o che non mi mettiate nel numero de’ begl’ ingegni. Affé, che sto per cancellarvi non solo dalle mie carte ma anche dall’animo, dove a mio dispetto vi tiene stampato il vostro merito. Perdonatemi questa sparata, perché la gelosia del vostro amore mi dá su l’ancudine del cuore certe martellatine che mi fanno spasimare. Orsú, anch’io mi contento di perdonare a voi, purché per l’avvenire si emendi il fallo con doppio risarcimento.

Ho veduto il vostro dramma, e dopo l’averlo trangugiato tutto in un boccone la prima sera, l’ho anche riletto altre due