Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. I, 1911 – BEIC 1872860.djvu/303

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essendo il timpano tutto distemperato. Per questa cagione non ho mandata la rimessa del danaro per monsú Brandin, il quale pertanto non vorrei che perdesse tempo, poiché i quatrini sono sicurissimi, e subito ch’io mi levi, con grazia del Signore, farò che vi sieno costi pagati. Vi pregai con l’occasione della venuta del signor prencipe cardinale a far venire le mie robbe insieme con le sue bagaglie. Ora intendo eh ’esso signor cardinale per lo repentino accidente del papa abbia tirato alla volta di Roma; onde resto molto sospeso e in dubbio se le mie casse sieno in viaggio o no. Perciò ho voluto soggiungervi con questa che, se le dette robbe non hanno ancor fatto motivo, le lasciate in casa del signor Tesaaro, dove si trovano, infino a mio nuovo aviso, perché, essendo partito il signor cardinale, non vorrei che andassero in maschera, essendovi dentro cose che molto m’importano. Dico bene che io desidero sommamente di farle venire perché 11’ho di bisogno, e pagherei il porto, purché fussero sicure e venissero presto. Ma perché son facende lunghe, sará meglio aspettare altra commoditá e lasciarle in detta cassa. Se per a ventura si ritrovassero esser partite, overo indrizzate a Roma (il che non credo), di grazia procurate di rimediare ed avisatemi subito del tutto, accioché io resti con l’animo tranquillo.

La stampa dell’Adone si avanza tuttavia, e vi assicuro che sará il meglio stampato libro che giá mai uscisse in Italia né di Francia. È in foglio intiero grande, e certo ha del magnifico, né io ho guardato ad interesse alcuno, purché il poema abbia del reggio. Le vostre allegorie ed il vostro nome sará nel frontespicio della prima facciata insieme con quello del re. Questo affetto, ch’io mostro alle cose concernenti il vostro onore, merita ben corrispondenza e che particolarmente vi pigliate qualche fatica costi per me, usando diligente cura intorno alle cose mie, come è questa di cui vi prego. E vi bacio le mani.

Di Parigi [1621],