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308 GIAMBATTISTA MARINO

di Savoia è in campo col re e mi bisognerebbe andar cercando Maria per Ravenna); la miglior via adunque sará indrizzarlo a Lione con una lettera vostra «Al molto illustre signor Giovanni Guinigi gentiluomo luchese», pregandolo a volermelo recapitar subito. E darete ordine a chi lo porta che lo consegni in sua propria mano, perché me n’ha inviati degli altri, i quali sono venuti benissimo, avertendo di ravvolgerlo bene dentro una cassetta di tavolette overo in un gran cannone di latta, accioché non si guasti per camino.

Soggiongerete al detto signor Scorza che il mio ritrattino è giá fatto due mesi sono per mano del Purbis, conforme alla misura mandatami, e si ritrova in mia mano. Fatevi dar il modo come ed a chi l’ho da mandare, che lo manderò subito. Ditegli di piú ancora che circa quel che disidera per servigio di quel suo amico, secondo che mi scrisse, non mancherò di servirlo come mi comanda.

Io mi accorgo bene che monsu Brandin si burla di me, poiché né la mia affezione né la vostra intercessione sono state bastanti a fargli metter mano nell’opra. Pazienza! Questa è la cagione ch’io non gli ho mandato il danaro; se pure ha voglia di compiacermi, quando voi mi darete aviso che abbia cominciato a lavorarvi, gli farò rimetter subito tutti i quatrini.

Vorrei intendere se il serenissimo prencipe cardinale è ancora partito da Roma e se vi è speranza che sia per venire in Francia, come si dice; il che io non credo, se ben per aver qui le mie bagaglie lo desidero grandemente.

Per vita vostra scrivetemi spesso e indrizzate le lettere al detto signor Guinigi, ché questa per ora è la miglior strada. Con che vi bacio le mani.

Di Parigi [autunno del 1622].