Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. I, 1911 – BEIC 1872860.djvu/40

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chiarissimo ingegno, a bastanza ili tutte le belle arti intendente, e fra l’altre delle armoniche, come sono musica e poesia, delle quali mostra specialmente aver vaghezza, poiché come in quella niuno forse ha che l’avanzi, cosí in questa parimente pochi ha che l’agguaglino. E fede ne rendono i suoi vaghissimi e dolcissimi componimenti, oltre ai gravi e dotti discorsi recitati nella romana academia, di cui è V. S. illustrissima un de’ principali lumi e sostegni, a confusione di questo nostro secolo disprezzato re della vertú, dove quanto si vede abbondare di generositá in lei, tanto suol mancare in alcun prencipe de’ sovrani.

Piacciale adunque di riceverli con quella stessa umanitá con cui le piacque di farmi suo servitore e di legarmi con si salde catene di perpetua obligazione. E se non per altro, gradiscali almeno come effetti nati dal suo proprio merito e valore, il quale è stato principalissima cagione di partorire questo affetto e desiderio, che vive in me, di servirla e di riverirla. E per fine, bacio a V. S. illustrissima la mano, pregandole dal cielo quel colmo di felicitá eli’ Ella disidera e merita.

Di Yinegia, a’ 15 di febraio 1602.

XX

Al cavalier Stigliane a Torino

Invia alcuni versi e annunzia la sua partenza per Roma.


Per questo corriere m’è venuta, benché datami tardamente, la risposta al capo di quel negozio ch’io scrissi per conto di V. S. Ho voluto mandarle l’originale, non ostante che vi sieno alcuni scherzi i quali non vorrei che fossero veduti da altri; e tutto questo mi promette la confidenza ch’io ho in lei, la quale so mi scusa ov’ altri non mi scusarebbe, a chi non fusse cognita la sinceritá della mia natura nemicissima della bontá finta.

Viene anche accompagnato con essa lettera un altro piego indrizzato a V. S. e capitato in mano del Ciotti non so donde. Se vorrá favorirmi di qualche suo commandamento, potrá per