Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. I, 1911 – BEIC 1872860.djvu/48

Da Wikisource.

stima che si fará dell’opera. Nella prima occasione non mancherò di ricordargli il negozio con quella caldezza che si richiede nelle cose di persona tanto da me amata ed osservata.

Mando a V. S. una canzonetta Per la villa di Frascati. E sfigliatura e da me non ancora riveduta. Ricevala come abbozzo e scusi le sue imperfezioni.

Intendo che la mia Venere V. S. la vuol mandare al signor Rocca, perché poi la dia a me. Priegola che quando sará finita voglia indirizzarla immediatamente a me, non perché il detto gentiluomo non sia persona confidentissima, ma io ne son tanto geloso che non vorrei che mi fusse fatta qualche burla, cioè di farla copiare e poi cacciarmi una copia in mano; poiché in Roma ci sono uomini che copiano con tanta diligenza, che alle volte non si conosce l’essempio daH’essemplare.

Del signor Giovan Vincenzo Imperiali non ebbi mai piú risposta. Con tutto ciò disidero che V. S. me gli ricordi servitore, e me gli raccomando in grazia.

Nostro Signore la feliciti e prosperi conforme al suo disiderio.

Di Roma [1604],

XXX

Al. MEDESIMO

Invia la canzonetta non acclusa nella lettera precedente e dá altre notizie circa le pratiche pel quadro del Castello in San Pietro.

Scrissi per l’altra posta ch’io mandava a V. S. una mia canzonetta Per la villa di Frasca/i , e poi per trascuragine mi dimenticai d’ includerla nel piego. Ora gliela mando perché vegga come io onoro coloro ch’io amo; dicolo per lo cavalier Arpino, le cui lodi mi sono ingegnato d’esprimere come ho saputo con questa occasione.

Con esso signor cavaliere appunto ieri ragionammo buona pezza di V. S., e vi fummo insieme col signor Rocca per prender consiglio di quel che si doveva fare intorno al fatto della tavola. Egli disse che il decreto, fatto dai monsignori della