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Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. I, 1911 – BEIC 1872860.djvu/79

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animo ben composto, eh ’alle volte la tolleranza non sia vinta dalla impazienza. E tutto che dopo il fatto ne sentissi in me stesso qualche rimorso di pentimento, nondimeno gli errori passati si possono meglio biasimare che correggere. Può ben egli vantarsi che i suoi vizi gli abbiano fatto prò, da che per colpa loro, benché non senza qualche vilipendio, ha ottenuta la immortalitá del suo nome.

Non voglio però lasciar di dire ch’io non ebbi giamai altro intento che strapazzarlo con darli la baia e, pigliandolo a gabbo con le ciance e con le beffe, farlo favola e fischio de’ letterati. Ed ottenuto, si come ottenni, il fine di questo mio dissegno, io non passava oltre. Né anche a tanto mi sarei mosso, se non fossi stato a viva forza costretto dalla sua non dico audacia ma temeritá, giudicando questo un modo assai piacevole per reprimere l’arroganza e mortificar l’ignoranza di chi tanto presumeva: imperoché il voler trattar con esso lui mediante il rigore dell’armi sarebbe stata soverchia severitá, essendo tra noi differenze di lettere; e il voler d’altra parte procedervi per via de’ termini dell’arte (si come con altri d’altra condizione averei fatto) mi pareva troppo onorarlo, conoscendolo indisciplinabile e d’ogni dilicatura di dottrina incapace.

E chi maggior diletto averebbe preso di me, che persona dotta e scienziata mi si fusse fatta incontro, la qual, censurandomi e sindicandomi con le ragioni in mano, avesse i miei errori palesati? Questi sono duelli profittevoli, contrasti gloriosi e non da schivarsi ma da ambirsi. Perché, se son mossi da animo sincero, per cagione virtuosa ed a fine nobile, anche perdendo vi si guadagna: si scaltrisce l’ingegno all’arguzia delle risposte e, con bella occasione di studiare, molte cose s’ imparano che per l’adietro non si sapevano. E se gli assalti procedono da invidia e da altra iniqua passione, fanno in altri quell’effetto che suole il vento alla fiamma o la percossa alla palla, aggiungendo doppio splendore di gloria e maggior salto d’onore al nome di coloro che sostengono la pugna. Cosi si vede (per tralasciare moltissimi esempi antichi) che il Caro da Lodovico Castelvetro, il Tasso dall’Infarinato della Crusca e il Guarnii dal Flores, dal