Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. II, 1912 – BEIC 1873537.djvu/56

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verrá di Lione con maggior commoditá. Se si può ottenere che stieno come in deposito in casa del signor Crescenzio, dove tengo altre cose mie, l’avrò per sommo favore. Se no, mi contento che si trattengano nella dogana di Roma, purché non sieno aperte infino al mio ritorno, che sará, piacendo a Dio, per tutto il mese d’ottobre senz’altro.

Quanto alla impressione de\l’Adone forse mi risolverò di scrivere all’ illustrissimo Pio; ma, per dirla, non troppo mi preme.

Del negozio del signor Cardinal Lodovisio me n’ è stato fatto qualche cenno di nuovo dal nostro signor cavalier Barbazza, a cui scrivo diffusamente. V. S. mi risaluti gli amici e specialmente il nostro signor Agazio, e dica al signor Girolamo Preti che per molte occupazioni non rispondo per questa volta alla sua gentilissima lettera, ma che lo farò quanto prima. Qui finisco baciando a V. S. mille volte le mani.

Di Napoli [giugno o luglio 1624].

CCXXVIII

Al signor cavalier Andrea Barbazza - Roma


Descrive entusiasticamente le bellezze di Posilipo, e loda un poemetto di Antonio Bruni.

La lettera di V. S. tutta piena di vezzi mi fu resa appunto ieri in Posilipo, ch’è luogo tutto vezzoso ed ameno; e perché in essa mi dimanda solamente nuova del mio stato, però in risposta Ella sappia che mi trovo assai allegro di animo e sano di corpo in questo scoglio, non so s’io debba chiamarlo villa o dilizie di Napoli. Qui l ’acque del mare sono sempre tranquille, perché, come quelle che vivono sicure da’ venti sotto il patrocinio de’ monti che fanno loro graziosissima corona, non temono di tempesta. Qui l’ombre degli alberi anche nel fitto meriggio difendono dal caldo il nocchiero. Qui le fontane sempre dolcissime e purissime porgono diletto e refrigerio ai marinari. Ed insomma questo spazio di mare è un teatro gloriosissimo,