corpo dove fusse attitudine a sostenere il peso e parimente all’aspetto e bellezza. Onde essendo la figura del corpo umano più proporzionata degli altri corpi, deliberarono a quella assomigliarlo in quello che possibile fosse e conveniente. Misurando adunque tutto il corpo dell’uomo trovarono che il piè, il quale è il fondamento d’esso corpo, fosse la sesta parte della lunghezza d’essa colonna. Secondo adunque questa proporzione la lunghezza della colonna è sei volte il diametro del circolo, ovvero circonferenza della colonna da piedi; questa proporzione stabilita e approvata la domandarono dorica, perchè il tempio dove furono locate tali colonne, a similitudine di quello di Doro fu ordinato e formato. Dopo questo, volendo edificare un tempio a Diana, e desiderando ripulire e alquanto ringentilire con diverse apparenze e ornamenti la predetta forma di colonne, piacque agli inventori, dove prima presero la figura delle colonne dalla forma virile, pigliare detta simetria dal corpo muliebre, perche la donna benchè animale imperfetto sia (e come afferma Aristotile in più luoghi, il maschio occasionato1), è più vaga all’apparenza e massimo in tempo di gioventù che l’uomo di mascolino sesso: e così giudicarono più formose rendersi le colonne che prima, quando a similitudine del corpo della donna fussero fatte. Onde siccome il piè della donna proporzionato è l’ottava parte dell’altezza sua, così costituirono che il diametro delle colonne nel luogo predetto fusse l’ottava parte della sua longitudine: e a questa sotto locarono la spira in luogo di scarpa, e al capitello fatto a similitudine del capo umano aggiunsero i cincinni, ovvero capellamenti da ogni parte pendenti; siccome ancora più è ornata di capelli la testa della donna che del maschio. E più oltre aggiungendo, sotto i cincinni e cimasii ornamenti di frutti e fiori locarono in luogo degli ornamenti che le donne sopra li crini usano portare. Oltre a questo, per tutto il tronco, ovvero stilo della colonna tirarono strigie simili alle falde o rughe delle vesti muliebri. E questa seconda forma fu chiamata ionica, perchè in Ionia fu trovata e applicata al tempio non fatto a similitudine d’altri templi, ma secondo l’invenzione dell’architetto in Ionia operante.
- ↑ De generatione animalium, I. 20.