Pagina:Martini - Trattato di architettura civile e militare, 1841, I.djvu/71

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di fr. di g. martini. 51

della perspicacia e diligenza sua (1). Precede una intestazione in lingua latina (2), quindi leggesi:

mccccLxxxx die xxvii junii.


«Ogi la Ex.tia de lo Ill.mo Sig.re Ludovico (3) essendo a la presentia de sua Ill.ma Sig.ria il mag.r consciglio segreto et li domini fabriceri de la fabrica del domo de Milano et molti magistri ingegnieri ha per conclusione de la fabrica del tiburio desso domo ordinato che magistro francisco di giorgi di Siena sia cum m.ro Iohantonio amadeo et m.ro Iohiacobo Dolzebono electi per ingignieri de la dicta fabrica ad proponere et ordinare tute le parte necessarie a constituire il dicto tiburio, quale sia bello honorevole, et eterno, se le cose del mondo se possono fare eterne. Et ad questo havesse ad essere presente Ambrogio ferraro comissario de li lavorerij. Et per exeguire tale ordine et conclusione esso magistro francisco insieme cum li predicti de acordo hanno ordinato se debia fare tale fabrica nel modo et forma infra».

«Primo voltare sopra larcho acuto uno archo tondo di marmoro, de tuto sexto, impostato neli pilastri dela medesima groseza che è l agudo, la quale groseza è onze vii. uno altro archo acanto a questo et unito de la medesima circumferentia et groseza da la banda di fora coligato con il dicto et impostato neli dicti pilastri ad ciò se possa fare li corridori sopra il fermo et non in area».

«Item nele extremitade deli angoli sopra li pilastri dove vene il

  1. Liber rubeus, f.o 133. Il primo articolo di questo documento sino alle parole et forma infra, fu inserito dal Franchetti a pag. 17 della sua Storia e descrizione del Duomo di Milano, 1821; ne diede un saggio anche il Della Valle nelle Lettere Sanesi, dicendolo estratto da quanto pubblicò Pietrantonio Frigerio (Distinto ragguaglio dell’ottava maraviglia del mondo ec. Milano 1739, 8.° di pag. 214). Io in questo libro del Frigerio non ho trovato documenti di sorta alcuna, nè forse avrei pur notato l’equivoco del Della Valle qualora altri ancora non vi avesse attinta tale notizia.
  2. Dicesi in essa che per la testudine. Duo prestantissimi in architectura viri evocati fuerunt: quapropter cum et architectorum nostrorum et magistri Francisci Georgii Urbinatis deliberatione que nuper facta est ea demum sententia emerserit, quae quod ceteris quae hactenus prolatae sunt etc. In questo documento segue il consiglio, malgrado la rimostranza dei Sanesi, a chiamar Francesco urbinate: argomento di usanza invecchiata, non di verità.
  3. Lodovico il Moro reggente del ducato di Milano pel nipote Gian Galeazzo, poichè a lui competono quei titoli anzi che all’arcivescovo Lodovico Arcimboldi.

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