Pagina:Mastriani - La cieca di Sorrento 1.djvu/11

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cantina discorrono tra loro in modo sommesso e misterioso..... Dopo aver parlato per poco, uno di essi tragge dalla fodera del suo cappello un puntuto e largo coltello, che riflette cupamente la sua pallida lama sotto i raggi di quella morta luce, e, cacciatoselo nella manica d’una cacciatora di velluto che avea dì sotto al mantello, entrambi si perdono nelle ombre, come due lupi nelle macchie di selvaggia foresta.

— Come quelli! esclama tristamente Gaetano, seguendo con gli occhi finchè può i movimenti di quei due uomini... Forse le stesse tenebre investivano queste contrade!.. forse nella stessa canova fu ordito il delitto!.. forse la stessa giornata di oggi, 10 novembre!.. e forse la stessa morte!!... oh! maledetta nei secoli sia quella sera!... maledetta... mille volte maledetta, quella notte!... maledetto quel luogo in cui fu tramato e commesso il misfatto!... maledetto, mille volte maledetto chi prestò il consiglio o il braccio a Nunzio Pisani per compire l’opera infame!

Queste ultime parole, pronunziate con crescente e disperata energia, destarono a soprassalto la vecchia, che si pose a sedere in letto, esclamando:

— Dio! Dio mio! Che brutto sogno ho mai fatto!

Gaetano intanto, da lei inosservato, radeva il muro della stanza per recarsi al suo letto.