Pagina:Mastriani - La cieca di Sorrento 2.djvu/108

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Così fatte considerazioni che noi siamo andati svolgendo si presentarono tutte in un attimo alla mente del Marchese e lo gettarono nella più crudele incertezza. La figliuola spirante, il medico forse già spirato, la luce funesta che un fatto di tal natura avrebbe gittata sul vero essere di Oliviero Blackman, tante e sì repentine scosse posero uno scompiglio tale nelle idee di Rionero che questi sentì per poco venirgli manco il senno e si strinse parecchie volte la fronte come se avesse voluto rattener per forza la fuggente ragione.

Il più urgente a farsi era il salvar la vita di entrambi gli esseri che Dio avea congiunti e che sotto lo stesso tetto ormai riposavano. La vita della figliuola era in pericolo, ma non così imminente come quello in cui si trovava l’esistenza di Gaetano: questi forse era già morto e con lui ogni speranza di salvar Beatrice!

Il Marchese tenendo ancora nelle mani la lettera che Gaetano gli avea scritta, si precipitò verso la stanza di costui, si fermò all’uscio, e respirò veggendo il medico tuttora in vita.

Il Marchese udì il breve monologo del Pisani, vide l’atto insensato onde questi si accingeva a tracannare il fatale liquore, e, siccome è noto, impedì il suicidio.

Gaetano non credè alle proprie orecchie quando udì il padre di Beatrice a preferir distintamente queste parole: Gaetano Pisani più non esiste!..

Tanta generosità in quell’uomo e così ele-