Pagina:Mastriani - La cieca di Sorrento 2.djvu/173

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— Che giorno è questo? ella chiese.

— Il 15 agosto, le rispose il padre... è il giorno dell’Assunzione, figlia mia... La Madre di Dio ci accorda la grazia di ridonarti a noi.

— Bel giorno!! Oh... n’ero sicura... la Vergine esaudisce le mie preghiere... Salve o Regina, Madre di Misericordia... mormorava con fioca voce la giovinetta: il resto della prece passò sulle labbra di lei, ma non nelle orecchie degli astanti.

Pochi minuti passarono in silenzio.

Beatrice fece con la mano un gesto al padre dicendogli che si fosse più avvicinato a lei. Rionero accostò il suo volto a quello della figlia, la quale gli disse alcune parole all’orecchio.

Il Marchese pregò Carolina e gli altri famigliari di allontanarsi.

La fanciulla restò sola col padre e con Gaetano.

— Avvicinate il mio letto più dappresso al balcone, disse l’inferma, fate che io vegga il ciclo, le colline... gli alberi.

Il Marchese e Gaetano si affrettarono di appagare i desiderii di lei.

Il sole tramontava dietro i colli di Napoli: il suo disco di fuoco si era fermato sulla più alta vetta di essi, e salutava di un estremo addio il sereno golfo di Sorrento. La volta del cielo si riposava nella mitezza del suo azzurro dalle ardenti fiamme onde l’astro del giorno l’avea incendiata per lunghe ore, se non che, a seconda che il sole spariva sotto la porpora e l’oro, si andava spiegando lo quella parte