Pagina:Mastro-don Gesualdo (1890).djvu/96

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— Per questo dicevo!... Ma voi la pigliate su quel verso!... Scusate, scusatemi tanto!... Volevo con quell’affare procurarvi l’appoggio di un parentado che conta in paese... la prima nobiltà... Ma voi fate l’indifferente... Scusatemi tanto allora!... Anche per dare una risposta alla signora Sganci che ci aveva messo tanto impegno!... Scusatemi, è una porcheria...

— Ah, parlate dell’affare del matrimonio?...

Il canonico finse di non dar retta lui stavolta: — Ah! ecco vostro cognato! Vi saluto, massaro Fortunato!

Burgio aveva il viso lungo un palmo, aggrottato, con tanto di muso nel faccione pendente.

— V’ho visto venire di laggiù, cognato. Sono stato ad aspettarvi lì, al belvedere. Sapete la notizia? Appena quindici salme fecero le fave!... Neanche le spese, com’è vero Iddio!... Son venuto apposta a dirvelo...

— Vi ringrazio! grazie tante! Ora che volete da me? Io ve l’aveva detto, quando avete voluto prendere quella chiusa!... buona soltanto per dar spine!... Volete sempre fare di testa vostra, e non ne indovinate una, benedett’uomo! — rispose Gesualdo in collera.

— Bene, avete ragione. Lascerò la chiusa. Non la voglio più! Che pretendete altro da me?

— Non la volete?... L’affitto vi dura altri due