Pagina:Matilde Serao Evviva la vita.pdf/24

Da Wikisource.
18 evviva la vita!

incontro altre donne, un’altra donna, Bertha Meyer che era squisita, o un’altra, un’altra qualsiasi, giovine, bella, libera, col cuore intatto, con l’anima nuova: io sento in costei, venuta di lontano, da paesi che non conosco, da una razza che mi è estranea, sento in costei, misteriosamente, il segreto della mia pace, del mio riposo, della vita che mi resta a vivere. Ah che intima, che pungente nostalgia, mi ferisce, Vittorio, per quest’anima nuova che è venuta a me, di lontano, con tutti i doni dell’esistenza, nelle sue bianche mani... io debbo lasciare che le bianche mani, da me malinconicamente respinte, si aprano e lascino cadere i tesori preziosi che contengono... e che tutto ciò si disperda...

— Voi rinunciate? - disse con tristezza, Vit torio.

— Io rinuncio - replicò, semplicemente, Lucio Sabini.

L’immenso e tetro anfiteatro del Maloia si schiudeva, si dilatava, si prolungava, in distanze quasi incalcolabili, innanzi ai loro occhi, per le singolari luci che venivano dal cielo immenso, traversato da folte nubi, ora bianche, ora bigie, ora nere, per il biancore che veniva dalle nevi raccolte fra la duplice vetta della colossale Margna, per la neve di monte Lunghino: intorno le montagne chiudevano l’anfiteatro, in un abbraccio irto di punte: nude, aspre, nere, queste montagne, senza ombra di alberi, senz’ombra di vegetazione: e sulle roccie, striscie giallastre, striscie biancastre, non