Pagina:Maturin - Melmoth, I, 1842.djvu/357

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to, evitandone e maledicendone la penetrazione!

Continuai a lungo sul medesimo tenore, ripetei l’osservazione sulla quasi impossibilità che un religioso, particolarmente in Ispagna, potesse evadersi dal suo convento, e terminai col dimandare a mio fratello, quand’anco tutto succedesse a seconda dei nostri desiderii e che si volesse chiudere gli occhi sulla mia fuga, che sarebbe di me ed in qual modo avrei potuto guadagnarmi il necessario sostentamento della vita. Io non era buono a nulla, non conosceva veruna professione.

Appena ebbi terminato di scrivere questa lettera un impulso, del quale non saprei rendervi conto, fece, che subito la lacerai in mille pezzi bruciandoli un dopo l’altro sulla mia lucerna. Ritornai quindi ad esplorare di nuovo alla porta posticcia del giardino, che era per me la porta della speranza. Passando nel corritoio incontrai un uomo con aspetto ributtante il quale mi tirò leggermente per la veste dandomi un’occhiata