Pagina:Maturin - Melmoth, I, 1842.djvu/379

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religioso mi vide, ed immaginando che io fossi andato per alcun motivo consimile al suo, mi si accostò invitandomi ad unire le mie alle sue preghiere onde ottenere una qualche tregua al suo malore. Feci sembianza di pregare insieme con lui, ma pur non ostante tremava riflettendo alla mia ipocrisia. Io profanava l’altare di Dio; era il peggiore degli scellerati, e stetti in quella positura fino a tanto che il vecchio si ritirò a passo lento. Per alcuni istanti dopo la mia inquietudine fu estrema pel timore che altri non sopraggiungesse, mi tranquillizzai però al sentire il passo fermo e deciso del mio compagno. Desso era già al mio fianco, e dopo aver pronunziato alcuni giuramenti, che mi sembrarono doppiamente terribili a cagione del luogo in cui eravamo, si affrettò di correre verso la porticina: egli teneva in mano il mazzo delle chiavi, ed io lo seguì come per istinto.

La porta era molto bassa, e per arrivarvi bisognò discendere quattro scalini. La mia guida vi inserì la