Pagina:Maturin - Melmoth, II, 1842.djvu/132

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spalla stava posata una lossia, ed intorno al collo aveva un monile fatto delle uova di questo uccello, tanto bianche e diafane, che il primo regnante di Europa avrebbe date in cambio per quelle il più bel filo di perle del suo scrigno. Nude affatto aveva le braccia, e le gambe, ed il suo passo aveva una rapidità ed una leggerezza divina, che ricolmò di maraviglia i due Indiani, quanto lo straordinario colore della sua carnagione e de’ suoi capelli.

I giovani amanti, come abbiamo detto, si prostrarono rispettosamente innanzi alla supposta diva; dessa indirizzò loro con voce soave la parola, ma in un linguaggio, che era a loro incognito; cotesta circostanza contribuì a vieppiù confermarli nell’idea che fosse un linguaggio divino e si prostrarono di nuovo. In quell’istante medesimo la lossia abbandonando la spalla di lei svolazzò intorno ai due Indiani, e quindi con una intelligenza particolare alla sua specie avendo adottato e compreso la predilezione della sua padrona