Pagina:Maturin - Melmoth, II, 1842.djvu/17

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tare; ma quali canzoni! la loro oscenità era così ributtante, che io educato, prima nell’interno di una ristretta famiglia e poscia nella severa disciplina di un convento, e per conseguenza non avendo mai nulla sentito di simile, dovetti naturalmente credere, che un demonio, incarnato urlasse al mio fianco. Lo supplicai di cessare; ma esso passava tanto rapidamente da un’atrocità estrema ad una estrema leggerezza, dal delirio del misfatto a delle canzoni, le quali avrebbero fatto orrore nel luogo della più scostumata licenza, che egli diventò per me affatto inesplicabile. Io doveva avere allora una molto debole conoscenza degli uomini giacchè mi era ignoto, che sovente il delitto e la insensibilità si riuniscono nel medesimo cuore, e che sulla terra non vi ha alleanza più stretta di quella che si forma tra la mano, che osa tutto, ed il cuore che nulla sente.

In mezzo a questa alternativa terribile dovetti aspettare che si avvicinasse la sera, la quale tosto che dal