Pagina:Maturin - Melmoth, II, 1842.djvu/182

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zioni e facendole delle risposte, sembrava che egli gioisse de’ soli intervalli di felicità, che fossero stati allasua tenebrosa e dolorosa esistenza accordati. Allontanandosi da lei egli rientrava nel mondo per tentare gli infelici.

Lungi da lei lo scopo di lui era quale lo abbiamo antecedentemente descritto, ma alla presenza di lei cotesto scopo pareva in certo modo sospeso. Egli la guardava sovente con due occhi, lo splendore selvaggio e feroce de’ quali restava sommerso nelle lagrime, che egli affrettavasi a tergere per guardarla e contemplarla di nuovo. Intanto che egli riposava a lato di lei su’ fiori che ella medesima aveva colti per lui, intanto che contemplava le labbra di lei tinte di un tanto bel colore che vinceva la porpora e le rose e le quali non attendevano che un cenno di lui per atteggiarsi a proferir le parole, come i bottoni de’ fiori, che non osano aprirsi prima che il sole non gli abbia toccati coi suoi raggi, intanto che ascoltava degli accenti che non è possibile di de-