Pagina:Maturin - Melmoth, II, 1842.djvu/20

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precisamente ciò che io mi facessi. Il mio compagno mi seguì: arrivammo alla sommità del muro. Io vacillava per motivo della debolezza e del timore; provava una inquietudine inesprimibile, e quantunque ivi avessimo trovata la scala, temeva di non trovare il mio fratello. Ad un tratto veggo comparire una lanterna accesa ed un individuo al basso. Mi slancio verso di lui senza riflettere, se incontrerei le braccia di un fratello o il pugnale d’un assassino. Alonzo! caro Alonzo! disse affettuosamente una voce: Giovanni! caro Giovanni! fu tutto quello che io potei rispondere, e sentii il mio cuor palpitante stretto contro quello del più generoso, del più tenero tra i fratelli, il quale mi diceva singhiozzando. Quanto avete dovuto soffrire!.... quanto io stesso ho sofferto nel corso di questa giornata terribile! Aveva quasi perduta la speranza di vedervi. Affrettatevi; una vettura vi attende alla distanza di venti passi.

Intanto ch’egli parlava, io distingueva per mezzo del chiarore della