Pagina:Maturin - Melmoth, II, 1842.djvu/208

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dimandasse perdono di un delitto, che ignorava. Tutto intorno a lei era selvaggio e terribile: la terra cospersa di pietra e di macerie intanto che le fenditure le quali erano nella volta, davano adito di tanto in tanto a dei lampi di una luce spaventosa e più orribile delle tenebre stesse. In mezzo a tanta desolazione Immalia rassembrava un angiolo disceso dal cielo come messaggiero di riconciliazione e di pace. Lo straniero le lanciò una di quelle occhiate, che nessun’occhio mortale, fuori di quello di lei aveva ancora potuto vedere senza spaventarsi; ma la cui espressione non fece che ispirare alla vittima una confidenza più completa. Forse un sentimento d’involontario terrore si mescolò a cotesta espressione allorchè questa bella creatura se gli gettò ai piedi, e col suo silenzio più eloquente delle parole lo supplicò ad aver pietà di lui medesimo. Tutto in lei indicava quella sommissione, che il cuore di una donna prova per le colpe, le passioni ed anco pe’ delitti dell’oggetto amato, Immalia da prima si era in-