Pagina:Maturin - Melmoth, II, 1842.djvu/212

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craste l’amor vostro? — Siete voi; voi mi avete insegnato a pensare, a sentire, a piangere. E dunque per questo, che voi mi amate? Riflettete per un momento, Immalia, alla indegnità dell’oggetto, cui prodigate i tesori della vostra sensibilità. Nel suo esteriore nulla vi ha di attraente; le abitudini sue sono anzi ributtanti. Desso è separato dalla vita e dalla umanità per mezzo di un abisso impossibile a sormontare, è un figlio diseredato dalla natura, il quale va errando per tentare o per maladire i suoi fratelli più felici di lui, un ente, che..... Ma chi mai m’impedisce di potervi tutto svelare?

In quell’istante medesimo un baleno di una vivacità tale, che occhio umano non avrebbe potuto sopportare sfolgorò attraverso le rovine, e sparse per ogni dove una luce spaventosa. Immalia fu presa da un terrore e da una emozione involontaria. Ella cadde sulle sue ginocchia e si coprì gli occhi con ambedue le mani. In tale stato dimorò per alcuni momenti; le parve di sentir parlare a