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Pagina:Maturin - Melmoth, II, 1842.djvu/218

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intanto che egli indirizzava queste parole terribili all’amabile creatura, che distesa a’ suoi piedi sembrava simile all’affascinata tortorella, che si slancia nel becco dell’avvoltoio.

Una leggiera convulsione contrasse i lineamenti lividi dello straniero, ed aggiunse: Ebbene! dunque in mezzo ai tuoni io ti sposo, fidanzata della perdizione! tu sarai mia per sempre! Vieni, rinnoviamo i nostri voti sull’altare vacillante della natura; la maledizione dell’universo sarà la nostra benedizione nuziale.

L’indiana gettò un grido di spavento non a’ suoi discorsi, che ella non comprendeva, ma alla espressione da cui erano accompagnati. Vieni, aggiunse egli, affinchè le tenebre sieno i testimoni della nostra unione memoranda ed eterna. Immalia pallida, spaventata, ma costante si allontanò da lui. In quell’istante la tempesta, che aveva oscurato il cielo e danneggiata la terra si dissipa con la celerită ordinaria di que’ climi, ove questi fenomeni terribili, non durano che brevi momenti, e sono