Pagina:Maturin - Melmoth, II, 1842.djvu/219

Da Wikisource.
210

tantosto seguiti dalla più brillante serenità: a misura che lo straniero parlava le nubi si dissipavano ed incontanente apparve la luna con una lucentezza sconosciuta al cielo d’Europa. Allora la bella indiana indicandogli col dito la luna: sposatemi, le disse, a questa luce, ed io sarò vostra eternamente. E lo straniero se le avvicinò con de’ sentimenti, che nessun pensiero umano arriverà giammai a discoprire. In quell’istante medesimo un leggiero fenomeno venne a cambiare il destino di lei: una oscura nube si parò, onde toglier la vista del notturno pianeta. Sarebbesi detto che la tempesta radunasse gli estremi avanzi del suo passato furore, per dileguarsi quindi per sempre.

Gli occhi dello straniero si fissarono sopra d’Immalia con un frammisto orribile di tenerezza e di ferocia; le accennò le nubi, e disse: sposatemi al chiarore di questa luce, e sarete mia per tutti i secoli. Immalia fremette al sentire la mano di lui, che aveala stretta con forza. Cercò invano di scoprire l’espressione della fi-