Pagina:Maturin - Melmoth, II, 1842.djvu/241

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solitudine, che ella osava ripetere talvolta a sè medesima e il nome di lui e le ariette che egli le aveva insegnate a cantare ne’ momenti, in cui il suo amore assumeva una tinta di dolcezza. Il contrasto fra la sua trascorsa e la presente vita era tale; tanto sentivasi vinta dalla violenza e dalla freddezza; le avevano sì di spesso ripetuto che tutto ciò che faceva, diceva, pensava era male, che ella incominciava a rinunziare alla testimonianza de’ suoi sensi ed a persuadersi, che le visite fattele dallo straniero non erano state se non visioni, che avevano ad un tempo sparso il turbamento e la gioia sopra di una esistenza onninamente illusoria.

Rimango sorpreso, sorella mia, le disse don Fernando, che era entrato di molto cattivo umore pel giro sfavorevole a se, che aveva presa la partita, rimango sorpreso di non vedervi giammai occupata, come tante giovani vostre pari, o a lavorar coll’ago o a fare qualche altro femminile lavoro... O a leggere qualche libro di pietà, soggiunse donna Chiara, alzan-