Pagina:Maturin - Melmoth, II, 1842.djvu/257

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di fermezza e di ingenuità, che era il resultato del suo naturale carattere e delle circostanze straordinarie della primiera sua esistenza; non ho bisogno di dirvi, che voi siete meco tutte le volte che faccio cotesto immaginario tragitto. — Io? — Sì, voi. Voi vi trovate sempre nel canotto, che mi trasporta nella mia isola indiana. Voi mi guardate; ma l’espressione del vostro volto è sì cangiata, che io non ardisco rimirarvi nè dirigervi la parola. Noi traversiamo i mari in un istante. Voi sedete sempre al timone e non discendete mai del naviglio. Tosto che la mia isola mi si presenta allo sguardo voi disparite. Quando noi facciamo ritorno l’oscurità regna sull’Oceano, ed il nostro viaggio è tanto tenebroso e pronto, quanto la tempesta. Voi mi contemplate senza proferire un accento. Oh! sì! voi siete meco tutte le notti! — Ma, Immalia, codesti non sono che sogni e vane illusioni. E che? io! condurvi dal mare delle Spagne fino alle Indie! Queste non sono che visioni della vostra fan-