Pagina:Maturin - Melmoth, II, 1842.djvu/26

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braccio di Giovanni, credetti vedere il suo sangue colare sopra di me, vidi gli occhi di lui rivolgersi un’altra volta verso di me prima di chiudersi per sempre, e gettai un nuovo grido, quale forse non erasi mai sentito in quelle mura.

Al grido che feci un individuo entrò nella mia camera. Era egli vestito in una foggia che io non aveva ancora veduta ed a forza di cenni mi fece intendere che dovessi guardare il silenzio. Io lo contemplava senza aprir bocca, e la mia maraviglia ebbe tutto l’aspetto d’un apparente sommissione agli ordini suoi. Egli si ritirò, ed io cominciai a pensar meco stesso, dove mai fossi. Non era ancora uscito da quella mia meditazione profonda quando il medesimo individuo rientrò. Egli posò sulla tavola una porzione di carne, del pane e del vino; quindi mi fece segno di approssimarmi. Obbedii macchinalmente, e quando fui assiso, egli mi disse all’orecchio, che la situazione in cui era stato finora aveami renduto incapace di essere informato delle