Pagina:Maturin - Melmoth, II, 1842.djvu/325

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velo, che discendevale fino a’ piedi; essa pareva aspettare, che io le dirigessi la parola. Avvicinatevi, le dissi io, che cercate, e perchè siete qui? L’incognita nè sollevò il velo, nè fece alcun movimento colle labbra o colle mani. La mia mente era ripiena di ciò, che io aveva sentito dire, e dopo essermi segnato col segno augusto della nostra Redenzione me le avvicinai pronunziando dentro di me alcuna preghiera, e le dissi: giovane dama, che desiderate? — Un padre, ella mi rispose togliendosi il velo, e mostrando agli stupefatti occhi miei i lineamenti della nostra figlia Isidora, assolutamente tali, quali me li descriveste nell’ultima vostra lettera. Potete agevolmente farvi una idea della mia costernazione, e quasi direi del mio spavento alla vista di questa bella, ma strana e terribile apparizione. Il mio imbarazzo e turbamento aumentò invece di diminuire quando la figura, che mi era apparsa alzandosi ed accennandomi col dito la porta, quivi si diresse con prontezza e con una certa grazia miste-