Pagina:Maturin - Melmoth, II, 1842.djvu/87

Da Wikisource.
82

sa fu capace a calmarmi. Se però la mia immaginazione era stata fortemente colpita, il terrore dell’ebreo non fu meno grande del mio. Egli obbliò ad un tratto i nomi cristiani co’ quali chiamava gl’individui della sua piccola famiglia dal momento che era andato a stabilirsi a Madrid, e chiamò ad alta voce il suo figlio Manassè-ben Salomon e la sua serva Rebecca perchè venissero ad aiutarlo per sorreggermi, e andava esclamando: o padre Abramo, la mia rovina è indubitata; cotesto demente scoprirà tutto, e Manassè-ben-Salomon mio figlio morrà incirconciso! Coteste parole fecero dell’effetto sul mio delirio; mi alzai furioso ed afferrandolo per la gola dissi, che egli era prigioniero della inquisizione. Il misero oppresso dal terrore cadde alle mie ginocchia, ed incominciò a fare un lamentevole e strano piangisteo. Ad un tratto si sentì picchiar con forza alla porta; il vecchio disse a Rebecca di correre, ed impedire che nessuno entrasse, perchè temeva che fossero i birri, che venissero in traccia di lui.