Pagina:Maturin - Melmoth, II, 1842.djvu/89

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seguito feci alcuni giri su e giù per la camera, tossì e sputò, e non fu se non dopo tutti questi preparativi, che si decise finalmente a porsi a sedere e confidarmi la causa del suo turbamento, al quale mi accorsi purtroppo di avere una parte. Mi disse dunque, che quantunque la fama della mia morte sì generalmente divulgata in Madrid lo avesse pel momento tranquillizzato, una nuova voce erasi sparsa nella sera antecedente, che non ostante la sua falsità ed impossibilità, poteva aver per noi le più funeste conseguenze. Mi dimandò se io aveva avuta l’imprudenza d’espormi alla vista del pubblico nell’istante della orribile catastrofe del parricida; e quando gli confessai di essere stato affacciato alla finestra e d’avere involontariamente mandate delle grida, che potevano agevolmente esser pervenute all’orecchio di qualcuno, egli si morse le mani e dalla pallida fronte gli colarono grosse goccie di sudore. Quando si fu un poco rimesso mi disse, che tutti erano persuasi, il mio spettro esser comparso in quel-