Pagina:Maturin - Melmoth, III, 1842.djvu/163

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che tu sia prossimo a morte. La tua intelligenza è chiara, forte la voce; distinta e seguìta la loquela, e se non fosse il pallore del volto ed il vederti in questo letto, a mala pena potrei persuadermi che tu fossi malato. Avrai tu, mi rispose, la pazienza ed il coraggio necessario per attender la prova di quanto ti ho detto? Io gli risposi di non mancare di pazienza, ed in quanto al coraggio invocai in segreto, quell’Ente, che io troppo onorava per pronunziarne il nome alla presenza di Melmoth. Egli mi comprese e mi rispose con un sorriso terribile; poscia accennandomi con la mano un oriuolo posto ai piedi del suo letto mi disse: Osserva bene quest’oriuolo; la sua lancetta indica presentemente le ore undici. Le mie idee sono chiare ed io offro l’apparenza della sanità. Aspetta qui lo spazio di un’ora, e mi vedrai senza vita.

Io non abbandonai il capezzale del suo letto; gli occhi di amendue erano fissi sull’oriuolo; egli di tanto intanto m’indirizzava la parola, ed io